Durante il tirocinio per diventare guida turistica ho necessariamente dovuto studiare il nostro passato e mi sono appassionata enormemente delle culture arcaiche, in particolar modo quella della ceramica. Ho studiato gli impasti attraverso dei cotti nei pressi dei siti, in alcuni ancora visibili e numerosissimi.
L'impasto della terra veniva rafforzato e trasformato in refrattario con l'aggiunta del materiale inerte, che noi oggi chiamiamo della chamotte, ed era di diverse tipologie, dalla granigli di granito al pesto di gusci di conchiglie.
l'amore per la terra si è alimentata anche attraverso queste esperienze.
Il manufatto che più mi ha conquistata è stato il tripode. Ho da prima provato a riprodurre diversi modelli di oggetti d'uso comune, poi la mia ricerca si è fermata soprattuto al tripode.
Il tripode racchiude in sè anche molteplici significati simbolici; oltre ad essere il centro del focolare attorno al quale la tribù si riuniva, essa era quindi custode di quelle storie che si narravano.
Era inoltre un crogiuolo, il contenitore in cui la materia si trasforma fino alla sua forma più nobile in quel processo che definiamo alchimia.
Per diversi motivi il tripode quindi mi ha affascinata in ogni modo. Ho reinterpretato la forma solo nel concetto di igiene, dotandola quindi di una smaltatura speciale appositamente studiata perchè non cavilli con gli sbalzi termici.
le pentole del neolitico non erano smaltate, per quella scoperta occorrerà attendere il medioevo, più di 2000 anni ancora.
Il tripode Tribù permette di cuocere i cibi alla brace in modo lento e naturale anche a temperature più basse dei 100° mantenendo tutto il sapore originale del cibo. L'esperienza di un cibo cucinato in pentola alla brace non si può raccontare, si deve provare.
Tra le ricette studiate in base all'alimentazione dei nostri bisnonni ne ho scelte solo due che sono una zuppa di legume antichi e una di lenticchi aromatizzate con l'antico olio dei povedi estratto dal lentisco e dalle foglie di mirto.
Il tripode sardo ha viaggiato ed è stato presentato nell'annuale rievocazione storica che si tiene a La Spezia all'interno del museo archeologico.
Ho potuto insegnare a dei bimbi a creare la propria pentolina, ho potuto dimostrare come avveniva una cottura di un manufatto come questo attraverso la ricostruzione di un ipotetico forno in pietra, che per l'occasione è stato costruito con l'attenda sorveglianza di Danilo Rigon, esperto in cotture ceramiche.
Ho poi potuto far degustare le ricette create appositamente per questa pentola.
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